Ansia e Covid: come comportarsi? Perché parliamo di conseguenze del covid, quando l’emergenza sanitaria non è ancora finita?

Cercando su internet informazioni  e studi sulle conseguenze del covid mi sono posta la seguente domanda:

“è vero che sia lecito parlare di conseguenze, ma siamo sicuri che la situazione sia risolta?”

Ovviamente no, e alla luce degli ultimi eventi, la quarantena totale non sembra poi così lontana. Parliamo delle conseguenze del covid come se fosse una cosa che ci siamo lasciati alle spalle, ma l’emergenza non è ancora finita.

Alla luce di ciò, i dati sulla salute mentale della popolazione sono abbastanza preoccupanti: sono aumentati ansia, stress, depressione e, soprattutto tra il personale sanitario (come medici e infermieri), il disturbo post-traumatico da stress.

L’estate ha aiutato a farci svagare. Siamo usciti, i locali erano aerati o comunque all’aperto, la maggior parte del tempo si stava all’aria aperta. Un sospiro di sollievo, che ha avuto vita breve. I contagi sono tornati ad alzarsi, le difficoltà sono, ancora una volta, dietro l’angolo. E, come avviene in ogni situazione simile, il benessere psicologico degli individui è stato messo a dura prova.

La salute mentale non è secondaria a quella fisica. È importante parlarne e sensibilizzare le persone. Ma, soprattutto, è fondamentale chiarire i benefici dell’aiuto e del sostegno psicologico. Parleremo insieme dell’ansia, della depressione e del disturbo post-traumatico da stress, con la doverosa precisazione che ogni persona è diversa, ma anche con la consapevolezza che la miglior cosa da fare se si vivono situazioni simili sia quella di contattare uno psicologo.


L’Ansia

 

Tachicardia, bocca secca, formicolio, respiro corto…è lei: l’ansia!

L’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura (a differenza della paura in cui la minaccia è imminente) e comporta cambiamenti fisiologici, cognitivi e comportamentali. Difficile da credere, ma l’ansia in quanto tale non è negativa in senso assoluto: un livello moderato di ansia è spesso utile per migliorare la performance, in quanto aumenta attenzione e vigilanza.

Tuttavia, a livelli crescenti di ansia corrispondono malessere, peggioramento della performance e ansia anticipatoria, ovvero ansia dell’ansia. Quest’ultima porterà la persona ad evitare la situazione che innesca lo stato di malessere – “evitamento”- che, sebbene dia sollievo nell’immediato, nel lungo termine porta a precarietà fisiologica ed emotiva.

L’ansia è tesa al futuro, soprattutto quando i desideri personali non dipendono in toto dalle nostre azioni: riguarda quindi la progettualità futura, che si fa dubbia e incerta. Nel disturbo d’ansia, inoltre, ci si focalizza interamente sullo stato corporeo, e l’emozione viene sganciata dalla situazione che si sta vivendo. Come si può controllare?

Quando l’ansia è un problema? Quando condiziona la tua vita (a lavoro, in famiglia, a livello relazionale e in generale nella tua quotidianità), e quando ti accorgi che inizi ad evitare situazioni che potrebbero innescare il processo ansioso.

L’ansia non si controlla, ma si può conoscere e gestire, e se è vero che la farmacologia e le tecniche come la mindfulness, la respirazione lenta, il rilassamento progressivo possono aiutare, è anche vero che questi metodi agiscono sulla sintomatologia e non sulla causa dell’ansia stessa.

 

L’attacco di panico

 

Palpitazioni, sudorazione, tremori, dolore al petto e paura di impazzire o morire: è l’attacco di panico.

Spesso scambiato per un infarto miocardico per somiglianza di sintomi, l’attacco di panico raggiunge il suo picco in pochi minuti, e viene classificato dal DSM-5 in atteso o inaspettato. Nel primo caso vi è un chiaro elemento scatenante, mentre il secondo sembra verificarsi di punto in bianco (ad esempio durante la notte). Inoltre si può verificare la paura della paura: la persona è totalmente centrata sui segnali corporei che ogni minima variazione nel battito cardiaco o nella respirazione viene interpretata come segnale di pericolo, e può generare un vero e proprio attacco di panico.




Ciò accade perché l’emozione in corso viene sganciata dalla situazione, ci si focalizza sui segnali corporei, e con il tentativo di anticipare le possibili conseguenze del proprio malessere, l’ansia aumenta portando ad un attacco di panico conclamato. L’attacco di panico è il chiaro segnale che qualcosa non va, in quanto è sintomo di malessere e disagio. Non si può pensare di risolvere il problema rifugiandosi esclusivamente negli ansiolitici, in quanto questi non arriveranno alla causa del problema, che rimarrà lì.

Ma allora cosa devi fare in queste situazioni? Te lo dico subito…ma prima parliamo di evitamento.

 

Evita l’evitamento!

 

Lo so, è un gioco di parole, ma nell’ambito dei disturbi d’ansia l’evitamento è uno dei tuoi peggiori nemici: il fatto di evitare una situazione minacciosa può sollevarti nell’immediato, ma nel lungo periodo porta a precarietà fisiologica ed emotiva. Cosa significa? Sul lungo periodo, diventerai più sensibile a situazioni o cambiamenti che prima magari non avrebbero elicitato reazioni, e adesso invece provocano malessere. Inoltre l’evitamento può portare a generalizzazione: estendi cioè le situazioni che eviti anche ad altre che sono simili a quelle in cui sperimenti disagio.

L’evitamento riguarda in particolare l’agorafobia e la fobia sociale: si evita la situazione perché si prova ansia per un ipotetico giudizio sociale o perché si ha paura di non riuscire a fuggire in tempo. Con la messa in atto di comportamenti simili, inoltre,, si conferma a se stessi che l’unico modo per superare una condizione di ansia sia allontanarsi dalla stessa. Da qui, può facilmente scaturire una reazione a cascata che amplifica il problema.

 

La soluzione al problema

 

Siamo finalmente arrivati a come risolvere i tuoi problemi di ansia…sei pronto?

No, nessuna pillolina magica, nessun training sulla respirazione (che però potrebbe aiutarti) o corsi generici per controllare l’ansia. Questi metodi ti possono aiutare quando l’ansia non è significativa e non è impattante, ma dal momento che vivi un disagio importante e continuativo, l’unico consiglio e rimedio che posso darti è…rivolgiti ad uno psicologo!

Non avere timore di iniziare un percorso psicologico, è l’unico modo che hai per capire la tua ansia e…fartela amica!