Com’è possibile che i colori del piatto influenzino il nostro appetito? Quanto sono importanti i colori nel piatto?

Guardiamo il cibo prima di metterlo in bocca: le prime informazioni che il nostro cervello riceve su ogni cibo provengono spesso dagli occhi, l’organo della vista, il primo dei 5 sensi coinvolto nel rapporto tra noi e il cibo.

Ogni colore corrisponde ad un’emozione e porta con sé un po’ del nostro subconscio. Pertanto, anche a tavola, i colori e le loro associazioni influiscono sul nostro umore e possono alterare la percezione del gusto (Maga 1974).

Al di là delle ragioni ancestrali ed evolutive, i colori trasmettono informazioni sul sapore dei cibi e delle bevande fornendo indizi sulla commestibilità, l’identità del sapore e l’intensità.

Colori, emozioni e comportamenti

I colori giocano un ruolo determinante nella percezione visiva, sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti, e possono essere estremamente influenti nelle nostre esperienze di gusto, in quanto ogni colore scatena una reazione e…il nostro appetito!

In particolare, il colore rosso è solitamente associato alla passione, all’energia, emblema del junk food per eccellenza, la sua percezione aumenterebbe gli impulsi nervosi e la frequenza cardiaca, ma potrebbe altresì rappresentare situazioni di pericolo ed evitamento. A conferma di ciò, stando ad una ricerca pubblicata su Appetite da ricercatori italiani (Bruno et al 2013), alcune pietanze servite su piatti rossi sono state meno apprezzate rispetto ad altre presentate su piatti di diverso colore. Il rosso potrebbe indicare un segnale di “stop”: questo è quanto emerge da uno studio condotto dal team di Oliver Genschow (2012), secondo cui ci si alimenterebbe meno se un pasto viene servito su un piatto di colore rosso.

I colori del cibo influenzano il tuo appetito_ Psicologia Cognitiva Applicata

Il blu rappresenta fiducia e sicurezza, ma a tavola è noto per le sue capacità di sopprimere l’appetito, forse perché inconsciamente viene associato a qualcosa di velenoso, così come il viola, al contrario del verde, colore tipico dell’ healthy food, del benessere, dell’equilibrio.

L’arancione è spesso utilizzato in relazione al cibo perché tende ad incentivare la lentezza nel consumo di un pasto, esprime armonia, equilibrio e buonumore, così come il giallo, il colore della razionalità, il quale incoraggerebbe il pensiero analitico.

I colori del piatto, tra visivo e gusto

Gli stimoli visivi alterano la percezione del gusto, dell’olfatto e del sapore. Il colore può essere l’indizio visivo più ovvio, ma le aspettative attraverso le associazioni apprese sono stabilite anche da altri segnali visivi, tra cui la lucentezza e la forma. Queste aspettative esercitano influenze cognitive top-down che a volte possono alterare le valutazioni di gusto e sapore (Delwiche 2012), non solo dall’aspetto del cibo presentato, ma dall’intero contesto ambientale e dagli elementi che lo caratterizzano.




I risultati di uno studio condotto in Francia (Piqueras-Fiszman et al. 2013) hanno dimostrato che il colore del piatto esercita un’ influenza significativa sulla percezione del cibo da parte delle persone, ma che questo effetto varia in funzione del tipo di pietanza servita, in relazione alle associazioni colore-sapore che ne scaturiscono.

Lo stesso gruppo di ricercatori (2012) ha dimostrato che una varietà di fattori visivi, come il colore e l’equilibrio degli elementi su un piatto, possono influenzare la percezione e la risposta al cibo. Anche il modo di posizionare gli elementi culinari di un piatto ne modificherebbe le aspettative e quindi l’esperienza gustativa.

Questi risultati confermano l’importanza del colore del piatto (o del colore di sfondo, ad esempio la tavola apparecchiata) sull’aspettativa e la percezione del cibo da parte delle persone. Il colore di sfondo di un piatto dunque influisce sulle nostre preferenze alimentari, sulla percezione e, in definitiva, sul nostro comportamento (Spence 2018). Sembrerebbe che il colore del piatto influenzi persino la quantità di cibo introdotta: mangeremo meno se il piatto è in forte contrasto con i colori del cibo stesso, viceversa, mangeremo maggiori quantità di un alimento se il piatto ha un colore simile o uguale (Van Ittersum, Wansink 2012).

Un’altra ricerca si è proposta di verificare in che misura le proprietà estetiche del piatto influenzano le esperienze di gusto del cibo servito. Anche qui particolare attenzione si è posta sull’influenza del colore (bianco o nero) e della forma del piatto sulla percezione dell’intensità dei sapori, della qualità e del gradimento per identici alimenti. I risultati hanno dimostrato che mentre il colore del piatto esercitava un’influenza significativa sulla percezione del cibo da parte delle persone, la forma del piatto non era determinante (Piqueras-Fiszman et al. 2012).

Cervello e colori

Dunque, il cervello integra input visivi (come il colore), non solo dal cibo stesso, ma anche dai recipienti e dalle stoviglie da cui viene consumato (Piqueras Fiszman, Spence 2012).

Già nel 2010 era stato evidenziato quanto determinati fattori quali l’equilibrio e la complessità nella presentazione di un piatto ne influenzassero l’attrattiva. È stata misurata, inoltre, la voglia di provare un alimento e il suo gradimento in quattro presentazioni (monocromatico, bilanciamento cromatico, monocromatico – sbilanciato e sbilanciato – cromatico) combinando queste due variabili.

Alcuni soggetti erano più disposti a provare le presentazioni monocromatiche piuttosto che quelle colorate. Dunque il colore e l’equilibrio in una presentazione del piatto influisce sulla sua attrattiva, mentre non ne altererebbe il grado di apprezzamento del sapore di quel cibo (Zellner, Locher 2010).




In ulteriori ricerche, è stato dimostrato che non solo il colore, ma anche la varietà e la disposizione dei cibi di colore diverso in un pasto influenzano le valutazioni sul gradimento del pasto stesso: mangiare lo stesso cibo costantemente o ripetutamente porta a una diminuzione della sua piacevolezza percepita, che, di conseguenza, potrebbe portare a una riduzione dell’assunzione di quel determinato cibo, determinandone una sazietà senso – specifica.

Il colore del cibo potrebbe quindi influenzare la sazietà sensoriale specifica basata sulla cromatica del piatto. Aumentare la varietà di colori negli alimenti può determinare un maggior consumo, così come ciò che vediamo può anche portare a una soppressione dei nostri comportamenti appetitivi (Piqueras Fiszman, Spence 2014).

Presentare il cibo in modo esteticamente gradevole migliora quindi le proprietà sensoriali di un piatto, compreso il suo sapore (Michel C., Velasco C., Gatti E. et al. 2014). Quest’assunto è coerente con i risultati precedenti, suggerendo che la percezione visiva di un alimento può influenzare sia le aspettative di una persona sia la sua successiva esperienza con il cibo stesso.

I colori, la presentazione del piatto e l’appeal visivo quindi hanno un’influenza molto forte nelle scelte alimentari e l’esperienza sensoriale, perché ciò che vediamo modula la percezione multisensoriale del sapore, così come il nostro appetito e i nostri comportamenti alimentari correlati (Spence 2015).

Sarà forse vero che mangiamo prima con gli occhi?!

I colori fanno sempre parte dei nostri cibi, un elemento visivo a cui gli occhi, le menti, le emozioni e i palati umani sono sensibili. Un buon pasto è sempre uno spettacolo meraviglioso da vedere. (Birren, 1963).

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Veronica Vita, Health Coach e Mental Trainer

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