Come perdere peso con i training cognitivi? Nell’articolo precedente ti ho parlato dei meccanismi cognitivi implicati nella perdita di peso. La conoscenza dei processi cognitivi che mantengono i comportamenti non salutari è necessaria per implementare interventi mirati a modificarli.

In quest’articolo ti illustrerò alcuni interventi cognitivo-comportamentali che affrontano i meccanismi cognitivi che ostacolano la perdita di peso:

  • esposizione con prevenzione della risposta;
  •  training di ri-orientamento dell’attenzione;
  • training per le funzioni esecutive.

Come perdere peso con i training cognitivi: esposizione con prevenzione della risposta

La tecnica dell’esposizione con prevenzione della risposta -applicata agli stimoli alimentari- ha l’obiettivo di estinguere la reattività a questo tipo di stimoli permettendo quindi la riduzione dell’eccesso di cibo. Nello specifico, il paziente si confronta con stimoli-cibo di tipo visivo, tattile ed olfattivo e con i contesti correlati (luoghi, pensieri, emozioni).

Durante l’esposizione, il paziente afferra il cibo, lo tocca e lo annusa intensamente ed in modo prolungato; solitamente è il gusto a costituire un segnale diretto per l’assunzione del cibo, suscitando aspettative e desideri. In questo tipo di esposizione, viene dato un piccolo boccone di cibo al paziente per fargli sperimentare il gusto e niente di più. In tal modo, il paziente apprenderà gradualmente che gli stimoli non preludono sempre ad un comportamento alimentare incontrollato.

La procedura dell’esposizione dura circa un’ora e l’outcome atteso è una riduzione della reattività dello stimolo (diminuzione del desiderio di mangiare) ed una maggiore capacità di inibizione. Un recente studio di neuroimaging ha mostrato come un’esposizione prolungata ad uno stimolo alimentare porti ad una ridotta attività del circuito della ricompensa.




Training di ri-orientamento dell’attenzione

Alcuni studi supportano l’ipotesi che la presenza di bias attentivi verso il cibo predica la voglia, la quantità di cibo consumata e persino il numero di chili acquistati in condizioni di obesità. Quindi, potrebbe essere utile ri-orientare l’attenzione in modo che non sia più selettivamente focalizzata sugli alimenti ad alto contenuto calorico.

Gli studi sugli effetti dei training di ri-orientamento dell’attenzione sembrerebbero promettenti. Infatti, allenare l’attenzione a non focalizzarsi selettivamente sui cosiddetti junk food favorirebbe l’attenzione verso i cibi sani a basso contenuto calorico e gli stimoli neutri. Ciò porterebbe ad una riduzione dell’appetito e dell’assunzione di cibo.

Training per l’inibizione e per la memoria di lavoro.

L’obesità è associata ad un deficit nel controllo delle funzioni esecutive. Quindi, risulterebbe interessante studiare se un miglioramento delle funzioni esecutive faciliti l’astensione dai cibi poco salutari.

 

Alcuni studi sperimentali hanno indagato gli effetti dei training sulle funzioni esecutive nelle persone con obesità. In particolare, secondo Guerrieri e colleghi (2012) l’innesco sperimentale di inibizione e controllo ha portato ad un miglioramento del controllo stesso e a una diminuzione del consumo eccessivo di cibo. Inoltre, Lawrence e colleghi (2015) hanno evidenziato anche una diminuzione del peso corporeo dopo i training di inibizione. Effetti simili sono stati riscontrati per l’abuso di alcol: i training di inibizione della risposta hanno ridotto il consumo di alcol (Jones e Field, 2013).

Anche un deficit nella working memory porterebbe ad un minore controllo degli impulsi. A tal proposito, gli studiosi si sono chiesti se allenare la memoria di lavoro potesse aumentare il controllo cognitivo portando ad una maggiore resistenza alle “tentazioni” del cibo. Già Houben (2011) aveva mostrato come nei bevitori pesanti un training della memoria di lavoro risultasse efficace nel ridurre l’assunzione di alcol.

Un contributo di Verbeken e colleghi (2013) evidenzia come nei bambini con obesità un training rivolto alle abilità di inibizione ed alla memoria di lavoro porterebbe ad una ricaduta significativamente più lenta in termini di recupero del peso al follow-up di 8 settimane. Tuttavia, ancora non sono stati pubblicati degli studi che isolino l’effetto della memoria di lavoro sulla condizione di obesità.

Come perdere peso con i training cognitivi _ Psicologia Cognitiva Applicata (3)

Sebbene gli interventi volti a migliorare le funzioni esecutive siano ancora agli inizi, i risultati sembrano promettenti. Sicuramente è utile continuare a studiare le modalità che permettono di migliorare le funzioni esecutive nei pazienti obesi: infatti, la perdita di peso si rivelerà presumibilmente più facile ed efficace se si avrà una migliore autoregolazione e minori risposte impulsive.

Come perdere peso con i training cognitivi: conclusioni

I diversi processi cognitivi che influenzano la perdita di peso non costituiscono dei “compartimenti stagni”, ma sono interconnessi e si influenzano a vicenda. Ad esempio, un deficit delle funzioni esecutive, unito ad una forte sensibilità alla ricompensa, potrebbe aumentare la reattività allo stimolo cibo. Ne discende che un intervento specifico per uno di questi processi cognitivi potrebbe influenzare non solo il processo specifico, ma potrebbe generalizzare i suoi effetti anche ad altri processi. I risultati degli studi dell’efficacia di questo tipo di interventi sono ancora preliminari, ma sono sicuramente promettenti ed incoraggiano a continuare le ricerche in merito.

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Silvia Madeddu, Team PCA

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