“Il coronavirus, un noto virus creato in laboratorio, devasta le funzioni cognitive. A dimostrarlo, lo studio di Nagatomo H. e Osman (2020), pubblicato su una delle riviste scientifiche più famose al mondo: la gazzetta dello sport

Ovviamente non si tratta di una notizia reale. Se credi anche tu che il Coronavirus sia stato creato in laboratorio, e che si possa trasmettere via posta, allora sei nel posto giusto. Oggi parleremo di fake news, e dell’effetto amplificativo che i social media esercitano su di esse.

Il coronavirus e le fake news

Una Fake News, è una notizia falsa, priva di qualsiasi fondamento, che mira a diffondere la disinformazione. Le modalità di circolazione sono molteplici, così come gli ambiti. I più diffusi, almeno per quel che dice Facebook, riguardano la politica o personaggi famosi. Ora, ti chiederai, perché?

Per quale motivo una persona dovrebbe diffondere disinformazione? Al di la di esigenze personali e cartelle cliniche, una buona risposta potrebbe essere il guadagno. Posso assicurarti che mettere assieme un bel gruzzolo con un paio di articoli fake ben studiati non è affatto difficile. Partiamo dal principio.

Supponiamo che io abbia un sito sul quale è stata attivata la monetizzazione. In breve, per ogni lettura, e per ogni click dei lettori su eventuali pubblicità, avrei un piccolo guadagno. Certo, se scrivessi la verità, il guadagno sarebbe veramente basso. E, se invece, scrivessi che

“il politico X, entrato in un bar a milano, inizia ad insultare una vecchietta, prendendola poi a schiaffi”

Lo ammetto, forse ho esagerato. Una notizia del genere non se la berrà mai nessuno, giusto?Sbagliato. Più si gonfia la notizia, meglio è. Ok, ora il mio articolo è attivo sul blog monetizzato, ma arrivano pochissime letture. Il prossimo passo?

UNA BELLA CONDIVISIONE SU FACEBOOK. Nello specifico, nei gruppi della fazione politica opposta al nostro politico X. In brevissimo tempo, boom di letture, per non parlare di like, commenti e condivisioni.

Nel nostro caso, le fake news in ambito scientifico sfruttano la completa ignoranza della popolazione, e la paura, per generare soldi. Cosa dice la scienza, a riguardo?

Il coronavirus e i social media

Secondo Shu e colleghi (2018),  i social media rappresenterebbero un’arma a doppio taglio. Al giorno d’oggi è possibile trovare qualunque tipo di informazione, ovunque. Ovviamente, la qualità è bassa, principalmente per tre motivi:

Il coronavirus devasta le funzioni cognitive - psicologia cognitiva applicata

  • Chiunque può scrivere online;
  • I creatori di contenuti di valore (non fake news) vengono letti meno;
  • Le fake news, seppur in modo o illegale o comunque privo di qualunque etica, assicurano un guadagno reale.

Secondo lo studio citato in precedenza, l’impatto negativo delle fake news incide sia sull’individuo che sulla società. I punto critico, tuttavia, è il primo. Anche mio nonno potrebbe scrivere un articolo sul coronavirus, ma non è giudice competente. Per questo, il mondo dei social si sta attrezzando. Uno degli ambiti di ricerca inerenti più floridi è infatti la fake news detection. Come funziona?

Lo spiegheremo nel nostro prossimo podcast, che potrai trovare su Spreaker, Spotify, etc… Ti ricordo che sul podcast troverai altro materiale sugli effetti dei social media sul cervello e il comportamento. Torniamo ora al nostro amico.

Coronavirus: linee guida del ministero della salute

Chiariamo: la fake news è relativa alla creazione in laboratorio del virus, non ad eventuale pericolosità. Non potrei dire nulla a riguardo per il semplice fatto che non ne so abbastanza.

Per combattere la disinformazione, occorre informare. E ci proviamo anche noi, nel nostro piccolo, piccolissimo. Se fino ad ora ti sei informata/o solo su instagram e facebook, ti consigliamo di cliccare qui. Si tratta del sito del ministero della salute, dove vengono presentate le domande più comuni (cos’è il coronavirus? Come si prende? Esiste un vaccino? Etc…) con tanto di risposte.

Nel caso non avessi voglia di leggere, consiglierei l’intervista di Montemagno a Roberta Villa. Potrà non essere avvincente quanto quei video in voice-over da film horror, ma da informazioni reali, da persone competenti sia in ambito medico che comunicativo.

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