Prenderesti mai lo sciroppo per la tosse per migliorare la tua intelligenza? Oppure… l’aspirina per rendere al massimo in una gara di ciclocross?

Sono sicuro che queste frasi ti fanno ridere. Caspita, ci puoi giurare! Non immagini le grandi risate che mi sono fatto scrivendole. Poi, però, ho iniziato a leggere articoli su articoli riguardanti i farmaci nootropi. Cosa sono? Sostanze utilizzate nella pratica clinica, o nella riabilitazione neuropsicologica. Alcuni di questi sono stati poi commercializzati come integratori alimentari, che secondo alcuni migliorerebbero le prestazioni cognitive dell’essere umano. Funzionano davvero?

L’essere umano ha sempre grandi aspettative, in special modo se si parla di integratori alimentari. Non è un caso che le aziende spendano milioni di euro in marketing, sponsorizzazioni e riviste ogni anno per promuovere prodotti forse buoni, ma sicuramente non miracolosi. Questo ormai accade ogni giorno su instagram, dove influencer di ogni taglia sponsorizzano prodotti, portando la loro esperienza. Quanto vale, una testimonianza? Esiste la pillola magica che risolve i problemi?

Una buona integrazione, in campo sportivo, può aiutare, e rendere l’atleta più competitivo per il 10% massimo, non di più (mi riferisco ovviamente a sostanze legali). Ora, corpo e mente non sono scindibili, quindi la percentuale sopra citata vale anche per quegli integratori che promettono un miglioramento nelle prestazioni cognitive. Quali sono le prove scientifiche dell’efficacia dei farmaci nootropi, al di fuori dell’ambito clinico?

Psicologia Cognitiva Applicata - Ricerca Bibliografica e Consulenza in Social Media Marketing

Farmaci nootropi e popolazioni non cliniche

Noi non le abbiamo trovate. Esistono molte ricerche sull’efficacia clinica di tali farmaci in disabilità , deficit cognitivi e declino cognitivo. Prendiamo uno dei più famosi, forse il più studiato: il Piracetam.

  • Secondo Kretschmar e Kretschmar (1976), un elevato dosaggio, pari a 1.600 mg al giorno, contrasterebbe il declino cognitivo in anziani tra i 70 e gli 80 anni.
  • La metanalisi di Waegemans et al (2002) individua un effetti positivo del Piracetam sugli anziani, nel contrastare il generale declino cognitivo.

E così via. Ciò che manca è lo studio su persone sane. Al di là di questo esempio, alcuni di questi farmaci, come il Modafinil, hanno evidenze a favore, ma anche a sfavore (e sempre, in maggioranza, su popolazioni cliniche). Cosa significa?

Le evidenze scientifiche sono ancora esigue per pendere da una parte o dall’altra. Nonostante l’incertezza nell’evidencebased, il consumo di sostanze simili è in aumento. E qui, ritorniamo all’inizio del nostro articolo.

Si, perché in mancanza di ricerche che supportino una tesi, è l’esperienza personale a fare da padrona. Peccato che non sia generalizzabile al di fuori della persona che la riporta. Le differenze individuali esistono, e fanno la differenza, assieme allo stile di vita.




La pillola di Limitless

Sarebbe bello pensare di svegliarsi una mattina, prendere una pillolina magica, e svolgere il lavoro settimanale in un’ora. Peccato che non sia possibile, parlando sempre di sostanze legali. E, sarebbe bene anche ricordare che:

  • Ad ogni azione corrisponde una reazione
  • Non è detto che se una sostanza sia legale, non possa nuocere alla salute

Tutto è commisurato al come, e al quando. Anche il caffè (ricordiamo, sostanza psicotropa alle spalle una letteratura mille volte superiore rispetto al piracetam) se assunto in quantità elevate può provocare danni.

Anziché rincorrere le promesse del marketing, ricomincia da te stess*, e adotta uno stile di vita sano, promuovendo l’attività fisica e il benessere psicofisiologico.

Apprezzi i nostri contenuti? Condividili con i tuoi amici sui tuoi social preferiti. Aiutaci a combattere le fake news sulla psicologia, iscriviti al nostro canale Youtube, ascolta i nostri podcast su Spotify, Apple Podcast e Spreaker. E che l’evidencebased sia con te.

Scopri come leggere migliaia di libri su marketing e psicologia gratuitamente