Quali sono le variabili che influenzano il gusto? Ti sei mai chiesto da cosa dipendano le tue scelte a tavola?
La scelta del cibo è strettamente collegata al gusto personale che ognuno sviluppa durante la propria vita. Il gusto non è determinato “a priori”, ma entrano in gioco alcune variabili:
- genetica
- esperienze (comprese quelle intra-uterine)
- meccanismo fame-sazietà.
In questo articolo ci concentreremo soprattutto sul ruolo dell’alimentazione materna nella formazione delle preferenze alimentari.
La formazione del gusto comincia prima della nascita
Sai che la formazione del gusto inizia già dalla vita intra-uterina? I motivi sono principalmente due:
- il gusto e l’olfatto del feto sono già funzionanti;
- il feto ingerisce regolarmente il liquido amniotico.
Il liquido amniotico presenta molte sostanze derivate dalla dieta materna e costituisce una fonte di stimolazione sensoriale molto ricca per il feto.
Schaal e colleghi (2000) supportano l’ipotesi dell’esistenza di una prima espressione di memoria olfattoria nel neonato. Nei giorni successivi alla nascita, infatti, il bambino è particolarmente sensibile all’odore delle sostanze aromatiche. Se la madre ha mangiato dell’anice nelle settimane prima del parto e si propongono al neonato dei tamponi imbevuti di diverse sostanze, il neonato prediligerà il tampone che gli ricorderà la sostanza assunta dalla madre. Questa preferenza verrà espressa anche successivamente tramite specifiche predilezioni alimentari.
Allattamento e preferenze alimentari
L’esposizione ai diversi aromi nei primi mesi di vita sembrerebbe cruciale nella modulazione delle preferenze alimentari sia nei bambini che negli adulti.
In particolare, l’assimilazione di aromi tramite il latte materno o quello in polvere potrebbe intervenire nel determinare le preferenze di bambini e l’attitudine verso alcuni cibi piuttosto che verso altri.
A tal proposito, Haller (1999) ha condotto uno studio in cui venivano somministrate una salsa aromatizzata alla vaniglia ed una non aromatizzata ai partecipanti. Il ricercatore trovò che i partecipanti alimentati artificialmente (latte alla vaniglia) preferivano la salsa aromatizzata nel doppio dei casi rispetto a coloro che erano stati allattati al seno.
In sintesi, tutto ciò che la madre consuma ha un’influenza tardiva sul comportamento selettivo del bambino (Piccinni, 2016). Ciò vale anche per l’utilizzo da parte della madre di sostanze come l’alcool e/o il tabacco.
Gusto e modeling genitoriale
I genitori hanno un ruolo chiave nella formazione del gusto dei bambini. L’ambiente casa è lo spazio in cui proverà nuovi alimenti e familiarizzerà con i cibi proposti dai genitori. I genitori si configurano in tal senso come dei potenti agenti di socializzazione ed i bambini imiteranno e faranno proprie le abitudini alimentari dei genitori (Savage et al., 2007). A tal proposito, Piccinni evidenzia come sia molto più probabile che un ragazzo faccia colazione se i genitori sono abituati a farla.
Quali altre variabili influenzano la formazione del gusto? Te ne parlerò nel prossimo articolo!
Silvia Madeddu, Psicologa specializzanda in psicoterapia cognitivo comportamentale