L’anoressia nervosa appartiene ai disturbi del comportamento alimentare (DCA). Il nucleo psicopatologico dei DCA consiste in un’eccessiva valutazione di sé in termini di peso, forme del corpo e di controllo sull’alimentazione. In quest’articolo ti parlerò nello specifico del funzionamento cognitivo di chi è affetto da anoressia.
Secondo Goschke (2014) i deficit neuro-cognitivi sono ampiamente implicati come meccanismi transdiagnostici che contribuiscono alla psicopatologia. Negli ultimi anni sono emerse molte ricerche volte ad indagare i processi neurocognitivi che possono contribuire all’eziologia e/o al mantenimento dei DCA.
Meccanismi neurocognitivi
I primi studi sui disturbi alimentari si sono concentrati sui deficit cognitivi generali, mentre le ricerche successive si sono focalizzate su aspetti specifici del funzionamento neurocognitivo che si ipotizza contribuiscano alla psicopatologia dei disturbi alimentari. Nello specifico, le ricerche recenti hanno preso in esame i seguenti aspetti: decision making, coerenza centrale, flessibilità cognitiva, bias attentivi e memoria visiva.
Flessibilita’ cognitiva
La flessibilità cognitiva è la capacità di modificare i pensieri e le azioni in base alla situazione. Tale abilità è parte integrante dell’autoregolazione comportamentale. Un deficit nella flessibilità cognitiva può contribuire a comportamenti rigidi e compulsivi. I soggetti con anoressia nervosa sembrerebbero presentare rigidità e un’incapacità di sviluppare nuove strategie. La flessibilità cognitiva, non a caso, è valutata con misure che richiedono ai soggetti di passare da strategie apprese in precedenza (non efficaci) ad un nuovo set di regole. In chi soffre di disturbi alimentari, la flessibilità cognitiva è valutata con il Wisconsin Sorting Card Test. La scarsa flessibilità cognitiva è considerata un fattore di aumentato rischio per l’anoressia nervosa e sembrerebbe non migliorare col recupero ponderale. Inoltre, secondo Galimberti e colleghi (2013) la flessibilità cognitiva potrebbe essere alterata anche nei familiari non affetti da anoressia nervosa.
Coerenza Centrale
La coerenza centrale è definita dal grado di attenzione ai dettagli nell’elaborazione delle informazioni e dall’integrazione globale di tali informazioni. Una scarsa coerenza centrale è considerata un potenziale fattore di rischio e di mantenimento dei disturbi alimentari a causa della propensione dei soggetti a focalizzarsi eccessivamente sui singoli dettagli (es. peso corporeo) a scapito di una visione d’insieme (es. la figura complessiva). Questi aspetti andranno poi ad influenzare il comportamento ed avranno importanti ripercussioni cliniche: i soggetti con anoressia nervosa tenderanno a concentrarsi su un solo dominio della propria vita (peso, forme corporee e controllo alimentare) a scapito degli altri (es. relazioni, hobbies). La coerenza centrale può essere misurata attraverso il Group Embedded Figures Test.
Decision Making
Il processo decisionale risulta significativamente modificato in soggetti con disturbi del comportamento alimentare. Nello specifico, il deficit nel processo decisionale apparirebbe più marcato nei soggetti con anoressia nervosa in fase acuta rispetto a coloro che si trovano nella fase di recupero della patologia. La modalità decisionale privilegiata parrebbe quella che coinvolge la gratificazione immediata. In particolare, dalle prestazioni allo Iowa Gambling Task, emerge come il comportamento dei soggetti affetti da anoressia nervosa sia appunto caratterizzato dalla ricerca di gratificazioni immediate, senza considerare le conseguenze più a lungo termine.
Bias Attentivi
Il bias attentivo si riferisce ad un cambiamento nella direzione in cui un individuo focalizza la sua attenzione in risposta ad uno stimolo saliente o uno stimolo percepito come minaccioso. Secondo Battagliese e Lombardo (2011) il bias attentivo -in ottica cognitiva- è uno dei meccanismi di mantenimento di una psicopatologia.
Nei soggetti con disturbi alimentari sono presenti dei bias cognitivi che consistono in un’attenzione di tipo selettivo. In particolare, alcuni studi (Gaffney et al., 2018) hanno evidenziato distorsioni attentive nei confronti di stimoli alimentari e corporei. Nel caso dell’anoressia nervosa, oltre ad un’aumentata vigilanza per gli stimoli cibo e forme corporee, è emersa un’attenzione selettiva per le risposte emotive nel contesto delle dinamiche interpersonali.
Memoria Visiva
Il funzionamento cognitivo dei soggetti con anoressia nervosa è caratterizzato anche da un deficit della memoria visiva. A tal proposito, uno studio di Favaro e colleghi (2012) ha esplorato il coinvolgimento della connettività funzionale delle reti implicate nell’elaborazione delle informazioni visuo-spaziali e somato-sensoriali. L’anoressia nervosa, infatti, è tipicamente caratterizzata da un disturbo dell’immagine corporea, un costrutto complesso e sostenuto da aspetti legati alla percezione visiva ed alla propriocezione. I risultati dello studio mostrano come i soggetti con anoressia nervosa presentino una doppia interruzione della connettività cerebrale, associata specificamente a precise difficoltà visuo-spaziali. Ciò potrebbe spiegare il deficit nel processo di integrazione fra informazioni percettive (visive, nello specifico) e sonato-sensoriali che potrebbero sostenere il disturbo dell’immagine corporea.
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