Esistono integratori utili a prevenire la demenza? Nello scorso articolo abbiamo parlato della farmacologia della demenza, e dei medicinali maggiormente utilizzati per cercare di migliorare la vita del paziente.

In questo articolo parleremo invece di piante medicinali e trattamenti naturali. Ma qual è la sostanziale differenza tra un farmaco e un integratore? Sebbene la domanda possa risultare scontata, in realtà non lo è poi così tanto.

Integratori, farmaci e demenza

Se entrambe le sostanze sortiscono un effetto, infatti, quale caratteristica differenzia i due?

Sia l’integratore sia il farmaco devono rispondere a requisiti di sicurezza e qualità; tuttavia nel caso del farmaco si aggiunge il requisito dell’efficacia, in quanto deve essere in grado di sortire effetti terapeutici.

Il farmaco, inoltre, per essere commercializzato, deve superare l’approvazione da parte di particolari commissioni, e bisogna dimostrare (con metodi precisi e rigorosi) che la composizione sia standardizzata e ripetibile.

Nel caso dell’integratore invece, è sufficiente che il prodotto venga notificato al Ministero della Salute. Inoltre un produttore di un integratore non può affermare che un prodotto “allevia i sintomi dell’Alzheimer”, ad esempio, ma piuttosto che “migliora l’acuità mentale”.

Integratori e demenza_ qual è la loro efficacia_ (1)

Vedremo insieme alcuni degli integratori su cui la ricerca si è concentrata. Ricordiamo anche in questo caso, che ciò che viene scritto su questo articolo non sostituisce in alcun caso le indicazioni di un medico! Per qualsiasi dubbio o perplessità, dobbiamo sempre rivolgerci ai professionisti della salute.

Integratori alimentari e demenza

Vediamo insieme qualche pianta o trattamento naturale su cui si è concentrata la ricerca dell’invecchiamento e delle patologie dementigene:

  • Ginkgo: l’estratto di ginkgo è utilizzato per alleviare sintomi associati a diversi disturbi cognitivi, demenza inclusa. Può esserci un modesto effetto nel ridurre le problematiche di memoria osservate nell’Alzheimer, tuttavia gli studi sono tra loro contrastanti. Secondo uno studio del 2008 del National Centre for Complementary and Alternative Medicine – il principale organismo americano per la ricerca su sistemi di cura alternativi- non ci sarebbero differenze cognitive tra pazienti che avevano assunto ginkgo e pazienti che avevano assunto solo un placebo.

 

  • Omega 3: oggi si ritiene che gli acidi grassi omega 3, il DHA in particolare, apportino benefici a livello cognitivo e riducano l’incidenza di demenza. Ricordiamo che gli acidi grassi omega 3 si trovano principalmente nel pesce. Nonostante alcuni studi non siano d’accordo con quanto detto, i potenziali vantaggi degli omega 3 (assunti insieme ad altri specifici integratori) sembrano superare i rischi derivanti dalla loro assunzione, nei dei più anziani.

 

  • Vitamina E: una recente revisione sistematica non ha trovato prove sul fatto che la vitamina E, somministrata a persone con compromissione cognitiva lieve, prevenga la progressione verso la demenza o che migliori le funzioni cognitive. Tuttavia, ci sarebbero prove da un singolo studio sul fatto che possa rallentare il declino funzionale nella malattia di Alzheimer. Serviranno sicuramente altri trials per confermare questa ipotesi.

 

  • Curcumina: non ci sono abbastanza prove che possano affermare un ruolo significativo nel miglioramento dei sintomi dell’Alzheimer. Ne abbiamo parlato anche in un post su facebook, e nel video su YouTube. Purtroppo la curcumina, quotidianamente assunta sotto forma di spezia, non sarebbe direttamente biodisponibile per l’uomo. Inoltre molte ricerche sono svolte sui topi: serviranno quindi maggiori esperimenti.

Dalle sostanze elencate, emerge quindi che nessun integratore è in grado di sortire degli effetti comprovati sulla sintomatologia dementigena e sull’Alzheimer in particolare.

Integratori e demenza_ qual è la loro efficacia_ (1)

Conclusioni Evidencebased

Dunque, cosa possiamo fare allo stato attuale delle cose? Quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione?

Sicuramente la prevenzione (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo) è fondamentale, e poi possiamo tenere a mente 5 punti sulle pratiche sanitarie complementari per la demenza e la malattia di Alzheimer :

  1. Come abbiamo appena descritto, non ci sono prove sufficienti che gli integratori possano apportare benefici significativi nel trattamento delle patologie dementigene.
  2. La musicoterapia può aiutare a contrastare i sintomi comportamentali ed emotivi, come agitazione, aggressitivà e depressione nella patologia di Alzheimer
  3. La mindfullness (qui il nostro articolo a riguardo) può aiutare a diminuire lo stress nei caregiver e nei familiari delle persone che si occupano di parenti con demenza
  4. Non bisogna usare gli integratori come scusa per ritardare una visita specialistica: se hai dubbi o sei preoccupato per alcuni dei tuoi sintomi cognitivi o emotivi, contatta subito un medico e uno psicologo!
  5. Bisogna tenere a mente, inoltre, che alcuni integratori possono reagire con i farmaci, e portare ad effetti collaterali. Non bisogna assolutamente improvvisare quando si parla di salute, ma dobbiamo affidarci a persone competenti (eh no, Google non è una persona competente!)

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Fabrizia Petrella, Team PCA

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