PNEI. Cos’è? Una minaccia? Una parolaccia? Niente di tutto ciò.

il nome sta per Psiconeuroendocrinoimmunologia. Si tratta di un recente modello teorico, all’interno del quale vengono combinati gli studi e le scoperte dell’ambito della PSICOlogia, NEUROlogia, ENDOCRINOlogia e IMMUNOLOGIA. In poche parole, nella comprensione del funzionamento dell’uomo e soprattutto in ambito patologico, non si prende in considerazione solo l’organo o il sistema interessato, bensì tutto il corpo…o meglio, l’uomo nella sua interezza.

Si tratta di un approccio olistico (da “olismo”: dal greco ὅλος hòlos, cioè «totale», «globale»), in cui appunto si considera l’essere umano come più della somma delle singole parti che lo pongono. L’uomo non viene quindi diviso in tanti pezzi, ma lo si considera un’unità.

Alla luce di questa visione, si possono vedere in maniera diversa anche malattie in cui l’aspetto organico sembra essere fondamentale, come il cancro, le patologie immunitarie e anche le patologie degenerative. Anche per queste malattie, infatti, viene riconsiderato l’aspetto psicologico, e il suo ruolo assume un nuovo valore sia nella genesi sia nella cura della patologia stessa.




Cosa dice la PNEI in merito a invecchiamento e patologie neurodegenerative? Vediamolo insieme!

PNEI, stress e invecchiamento

Ormai lo si legge ovunque, ma non per questo bisogna sottostimare l’importanza di questa notizia: lo stress –prolungato nel tempo- è un fattore negativo per l’uomo.  Facciamo però un breve appunto, partendo da cosa sia lo stress, anche se è un topic che trattiamo spesso.

Lo stress è una reazione di allarme di fronte ad una minaccia esterna, e per questo motivo può essere considerato un fattore positivo per l’uomo, che in questo modo può fronteggiare le situazioni esterne.

Quando, allora, diventa nocivo? Lo stress diventa deleterio se permane nel tempo, cioè quando è cronico.

Nel cervello, un’area importante implicata nella risposta allo stress è l’ippocampo: esso infatti regola il ritmo giornaliero della produzione di cortisolo (l’ormone dello stress). Ovviamente sono implicate numerose altre strutture, che formano un vero e proprio circuito che si occupa della risposta allo stress. Sembra però che sia proprio l’ippocampo a subire importanti conseguenze di livelli alti di cortisolo protratti nel tempo.

Anziano che si mantiene in forma, contro le patologie neurodegenerative_ Psicologia Cognitiva Applicata

Secondo alcuni studi, il cortisolo bloccherebbe la capacità del neurone di assumere glucosio (il suo nutrimento), determinando invecchiamento e/o morte dei neuroni ippocampali. Elevati livelli di cortisolo si osservano in periodi di stress prolungati o mal gestiti, nella depressione o in terapie cortisoniche di lunga durata. E quindi?

PNEI, memoria e depressione

Quanto detto finora spiegherebbe perchè le persone anziane tenderebbero a gestire peggio i momenti di stress: alcuni studi, infatti, mostrano come, dopo uno stress, i livelli di cortisolo nel sangue di un anziano vengono mantenuti per un periodo tre volte superiore di quello osservato nei partecipanti più giovani (180-360 minuti vs 60-120 minuti).

Questa difficoltà nel riportare il cortisolo a livelli più bassi risiederebbe proprio nei recettori dell’ippocampo, che diminuiscono durante l’invecchiamento.

Per di più, quando si parla di ippocampo si parla anche di memoria e depressione. Esso infatti è una struttura molto importante che si occupa di apprendimento e memorizzazione.  Facendo però parte del sistema limbico, il suo ruolo anche è strettamente relato anche alla regolazione degli aspetti emotivi.

Non stupisce infatti che nell’invecchiamento si assiste ad un aumento degli aspetti depressivi e di problemi di memoria (di cui ti ho già parlato in questo articolo: demenza e depressione).

Ma non stupisce nemmeno, alla luce di quanto detto finora, il nesso che esiste tra depressione e memoria (a qualsiasi età!). O, ancora, il fatto che quando stiamo attraversando un periodo di stress prolungato facciamo più difficoltà a ricordare le informazioni e il nostro umore si abbassa notevolmente.

Prenditi cura di te stessa/o a 360°

Stress, memoria, depressione, invecchiamento: c’è un legame tra tutti questi fattori, che non possiamo più considerare separati. E, soprattutto, non possiamo più considerare in modo separato cervello e corpo, come fossero due sistemi disconnessi.

Ricorda, inoltre, che mondo interno ed esterno si incastrano e si influenzano a vicenda, ed i fattori provenienti da entrambe le direzioni incidono sul tuo benessere.

Devi prenderti cura di te stesso a 360°, perchè tutto incide sulla qualità della tua vita! Come poter fare?  Negli articoli precedenti ti ho già dato numerosi consigli, ma la cosa importante rimane una sola…devi continuare a seguire il nostro blog.

Apprezzi i nostri contenuti? Condividili con i tuoi amici sui tuoi social preferiti. Aiutaci a combattere le fake news sulla psicologia, iscriviti al nostro canale Youtube, ascolta i nostri podcast su SpotifyApple Podcast e Spreaker. E che l’evidencebased sia con te.

Fabrizia Petrella, Team PCA

Scopri come leggere migliaia di libri su marketing e psicologia gratuitamente