Quali sono gli effetti di super mario sul cervello? Che l’abito non faccia il monaco e che i pregiudizi influenzino la nostra percezione e valutazione degli eventi é un dato sia di fatto, che evidence-based. C’é chi ne é consapevole e chi no, e tra coloro che cercano di essere imparziali e liberi da stereotipi, solo pochi determinati riescono a uscire dai propri script mentali.
Cognizione e cervello sono plastici. Anche se non é immediato, é possibile cambiare il proprio modo di ragionare e reagire. Con il cambio prolungato e efficace di attitudine, o con la pratica continua, cambia anche la struttura del nostro cervello.
Il gaming intensivo, come altre attività cognitive e fisiche, modifica la struttura cerebrale. Giocare troppo ai videogames fa male? No, anche se nel DSM V possiamo trovare il disturbo di dipendenza dai videogiochi.
Senza mettere in dubbio l’esistenza di tale disturbo, é tuttavia importante che si conoscano anche gli effetti positivi del videogioco. Giocare in maniera moderata o intensiva, in assenza di dipendenza, fa bene a cervello e cognizione.
Gli effetti evidencebased di Super Mario sul cervello
Khun e colleghi nel 2013 hanno pubblicato su Molecular Psychiatry un interessantissimo studio sulla relazione tra plasticità cerebrale e ore di gioco a Super Mario 64. 48 adulti sani (età media 24,1 ± 3,8) che negli ultimi 6 mesi non avevano giocato ai videogiochi e nello specifico mai a Super Mario 64, sono stati reclutati nell’area metropolitana di Berlino.
Il campione è stato diviso in due gruppi. Il primo ha giocato a Super Mario 64 per Nintendo Dual Screen (DS) XXL per almeno mezz’ora al giorno. Il secondo gruppo invece non ha svolto alcuna attività con videogames (gruppo di controllo).
Prima e dopo tale fase di due mesi, i partecipanti hanno svolto vari test cognitivi e attraverso la risonanza magnetica sono state ottenute immagini strutturali. Rispetto al gruppo di controllo, il training di due mesi con Super Mario 64 ha comportato una consistente modifica della struttura cerebrale.
Nello specifico, i videogiocatori hanno mostrato un aumento significativo della materia grigia. Questo in tre differenti localizzazioni cerebrali: la formazione ippocampale destra, la corteccia prefrontale dorsolaterale destra e il cervelletto.
Risultati dello studio
Con materia grigia si intende il numero di neuroni presenti in determinate aree cerbrali e un aumento localizzato della materia grigia rappresenta un aumento dei neuroni e delle connessioni interneurali in tale zona.
Le aree cerebrali coinvolte nel cambio di plasticità strutturale osservato, sono collegate a varie abilitá cognitive importanti per vincere il videogioco, ma anche molto utili nella vita quotidiana (navigazione spaziale, pianificazione strategica, memoria di lavoro e performance motoria).
L’aumento di materia grigia nella zona dell’ippocampo é stato correlato con il cambiamento di strategia di navigazione. Essa, da egocentrica é diventata allocentrica, piú funzionale per il genere di videogioco considerato (piattaforma). In piú, l’aumento di materia grigia in tale area e nella corteccia prefrontale dorsolaterale é stato associato all’aumento del desiderio di gioco, al divertimento (engagement) e il raggiungimento degli obiettivi di gioco.
Allora giocare non fa poi cosí male!!
Apprezzi i nostri contenuti? condividili con i tuoi amici sui tuoi social preferiti. Aiutaci a combattere le fake news sulla psicologia, iscriviti al nostro canale Youtube, ascolta i nostri podcast su Spotify, Apple Podcast e Spreaker. E che l’evidencebased sia con te.
Eleonora Minissi PhD – Team PCA
Scopri come leggere migliaia di libri su marketing e psicologia gratuitamente