Demenza e depressione: un binomio indissolubile? Scopriamo di più in questo articolo, scritto dalla nostra responsabile Facebook Fabrizia Petrella, psicologa e psicoterapeuta in formazione.

Demenza e depressione

La depressione è qualcosa di più del sentirsi giù o sottotono, e a differenza dell’opinione comune, non è parte naturale dell’invecchiamento.

Spesso, tuttavia si può fare difficoltà a distinguere tra demenza e depressione. Ciò avviene perché queste due condizioni possono presentarsi insieme: accade infatti che nelle demenze uno dei primi sintomi sia un abbassamento del tono dell’umore. Nella fase iniziale del deterioramento, infatti, la persona può rendersi conto delle proprie difficoltà relative alla memoria e all’attenzione, e per questo manifestare sintomi depressivi.

Viceversa, nel disturbo depressivo si osserva un calo nella prestazione cognitiva, che si manifesta in una riduzione della performance attentiva e mnestica. Inoltre negli adulti, a differenza dei più giovani, i sintomi depressivi possono essere mascherati dietro una maggiore irritabilità, insonnia o ipersonnia, o sensazione di perenne stanchezza e faticabilità.

Diventa quindi importante fare chiarezza e distinguere tra demenza, depressione e ciò che viene chiamata pseudo-demenza. Vediamo nel dettaglio.

Depressione

Secondo il DSM-5, per fare una diagnosi di depressione maggiore devono esserci cinque o più tra i sintomi seguenti, per un periodo di almeno due settimane, con significativa alterazione del normale funzionamento dell’individuo.

Demenza e depressione_ quale legame_ Psicologia Cognitiva Applicata

Almeno uno dei sintomi deve essere l’umore depresso o la perdita di interesse e piacere nel fare le cose. Inoltre i sintomi presentati di seguito devono presentarsi per la maggior parte della giornata e nella quasi totalità dei giorni:

  • Umore depresso (es. sentirsi triste, vuoto, senza speranza);
  • Marcata diminuzione dell’interesse o del piacere nel fare qualsiasi cosa;
  • Significativa perdita di peso o aumento appetito e conseguente perdita o aumento di peso;
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio;
  • Fatica e perdita delle energie;
  • Sentimenti di indegnità o sensi di colpa eccessivi o inappropriati;
  • Maggior difficoltà nel pensare e restare concentrati;
  • Ricorrenti pensieri di morte (non solo paura di morire), ricorrenti ideazioni suicidarie senza una programmazione specifica, oppure tentativi di suicidio o piano precisi per commettere suicidio.

I sintomi devono causare una sofferenza significativa o comunque una compromissione della vita quotidiana.

Demenza

La demenza è la progressiva perdita del funzionamento cognitivo e delle adeguate capacità comportamentali a tal punto da interferire con la vita e le attività quotidiane di una persona. Tra le funzioni cognitive maggiormente compromesse vi sono la memoria, le abilità linguistiche, la percezione visiva, la risoluzione dei problemi e la capacità attentiva. Altri cambiamenti riguardano inoltre la sfera emotiva. La demenza varia per gravità, dallo stadio più lieve a quello più grave, in cui è totalmente compromessa l’autonomia della persona.

Pseudo-demenza

In questa condizione di confine, la persona manifesta problematiche affettive ed emotive (tipiche della depressione), insieme a importanti disturbi di memoria, attenzione e orientamento spazio-temporale.

Tutti sintomi che farebbero pensare ad un deterioramento cognitivo, ma che in realtà sono dovuti allo stato depressivo della persona. Infatti si verificano in assenza di lesioni neuronali, che invece sono tipiche della demenza.

Inoltre, molto importante, nella pseudo-demenza i sintomi cognitivi tendono a rientrare nella norma se il tono dell’umore migliora.

Dunque, cosa si può fare per distinguere tra demenza, depressione e pseudo-demenza? Innanzitutto rivolgersi ad un professionista, che potrà capire meglio il quadro della situazione, in quanto può avvalersi di vari strumenti, quali:

  • Un’approfondita anamnesi (cioè informazioni riguardanti lo stato psicologico e medico della persona);
  • Esami strumentali (come la TAC);
  • Valutazione dello stato psicologico e test neuropsicologici.

Se noti questi cambiamenti su te stesso o su un familiare, sarebbe consigliabile chiedere aiuto ad un professionista che possa subito aiutarti.

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Fabrizia Petrella, Team PCA

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