Sarebbe davvero possibile rallentare la demenza? In un precedente articolo abbiamo descritto le differenze tra l’invecchiamento sano e l’invecchiamento patologico. Con il passare dell’età, infatti, molte persone si preoccupano per il loro stato cognitivo, soprattutto se in famiglia è presente un membro con patologia di Alzheimer.
L’argomento Alzheimer, e demenza in generale, è attualmente controverso e dibattuto, soprattutto a causa delle diverse ricerche scientifiche che arrivano spesso a risultati tra loro divergenti. Nonostante l’apparente confusione, ci sono alcuni punti su cui gli scienziati convergono e a cui bisognerebbe fare affidamento quando si parla di demenza e prevenzione.
Invecchiamento Cognitivo: cosa dice la ricerca
In una review del 2017 (Preventing Cognitive Decline and Dementia: A Way Forward.) guidata da un comitato di esperti delle Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina (NASEM), si è parlato di prove incoraggianti ma inconcludenti per tre tipi di interventi:
- training cognitivo
- attività fisica
- controllo della pressione per soggetti ipertesi
Cosa significa incoraggianti ma inconcludenti? Significa che non si può dimostrare con certezza che possano prevenire il deterioramento cognitivo, ma possono essere sicuramente di aiuto. Sono inoltre attività che fanno bene e portano solo benefici, quindi tanto vale prenderle come buone abitudini! Questi risultati ci appaiono così perché le ricerche con la popolazione anziana mostrano diversi problemi (ad esempio non durano abbastanza nel tempo) e i risultati ottenuti non sono dunque sempre chiari.
Vediamo comunque nel dettaglio i primi due interventi.
Prevenire la demenza: esempi evidencebased
Per training cognitivo si intende un insieme di attività strutturate per allenare funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione, il ragionamento e la velocità di elaborazione delle informazioni. Gli effetti del training cognitivo sono visibili solo sulla funzione allenata, non c’è dunque generalizzazione dei risultati: ciò significa che se viene allenata la memoria, si avranno dei risultati solo negli esercizi di memoria e non in altri.
Lo scopo del training cognitivo, se avviato per tempo, è quello di rallentare il decorso del deterioramento o comunque fornire strategie utili alla persona per compensare le varie difficoltà.
Demenza e attività fisica
Per quanto riguarda l’attività fisica, nonostante non si possa affermare con certezza se possa rallentare il decorso di patologie dementigene, i ricercatori sono unanimi nel sostenere i benefici che questa comporta per il benessere della persona.
Il National Institute on Aging, agenzia americana di ricerca sull’Alzheimer, tra i consigli per mantenersi in buona salute, parla anche di attività fisica: pare infatti che questa possa cambiare il modo in cui il cervello lavora. In particolare…
Secondo uno studio del 2017, l’attività fisica moderata (come una camminata veloce) sembra essere associata ad un aumento nel metabolismo del glucosio nel cervello, l’opposto di quanto si osserva nel deterioramento cognitivo.
Se non sai da dove iniziare, sappi che anche 30 minuti di camminata al giorno, magari in buona compagnia, possono essere un ottimo punto di partenza.
Allora, sei pronto a tenere allenati mente e corpo?
Apprezzi i nostri contenuti? Condividili con i tuoi amici sui tuoi social preferiti. Aiutaci a combattere le fake news sulla psicologia, iscriviti al nostro canale Youtube, ascolta i nostri podcast su Spotify, Apple Podcast e Spreaker. E che l’evidencebased sia con te.
Scopri come leggere migliaia di libri su marketing e psicologia gratuitamente