Nel 2020, è davvero possibile lavorare come psicologo, dopo la laurea? Un tema ostico, in grado di far esplodere anche gli animi più miti. Nell’ultimo periodo, abbiamo avuto il (dis)piacere di assistere alle manifestazioni contro l’esame di stato. Senza ribadire la mia opinione, che trovi in questa puntata del podcast, oggi…

Riprenderemo ad essere “un po’ bastardi”, qui sul blog. Un po’ più “giornalisti”, ovviamente supportati da dati evidencebased. Un paio di articoli a settimana scottanti, come i vecchi (che se non hai letto, ti consiglio vivamente di leggere:

Dimagrire fino alla morte: il caso Herbalife;

Stupri, violenza e falsi ricordi made in italy: i diavoli della bassa modenese

In questo articolo troverai una verità scomoda, che nessuno ti dice sul mondo occupazionale della psicologia odierna. Ed è un vero peccato, perché i dati che ti porteremo sono PUBBLICI. Perché è facile riempirsi la bocca con le famosissime Soft Skills, ma se il mercato non esiste, nessuno può vendere. Non capisci? Mi spiego meglio…

Lavorare come psicologo è come vendere patate

Giovanni coltiva le migliori patate dell’isola di Garbo. Oltre ad un ottimo apporto di carboidrati, i tuberi in questione dispongono di un elevatissima quantità di proteine, e zero grassi. Un alimento fantastico, non trovi? Già, peccato che…




Sull’isola di Garbo, l’intera popolazione sia allergica alle patate. Indipendentemente dalla bravura di Giovanni, sarà impossibile vendere. Anche se i suoi prodotti sono ottimi. Tu cosa faresti, al posto suo, per avere uno stipendio (o un fatturato)?

Con questa storiella, vorrei farti capire che prima di ogni investimento, andrebbe analizzato il mercato. Per capire se sia possibile poi vendere il prodotto o il servizio del quale diventerai esperto. Se prima di iniziare a coltivare patate, Giovanni avesse analizzato il mercato (in questo caso local, sull’isola), avrebbe sicuramente lasciato perdere.

La stessa cosa andrebbe fatta se si parla di formazione. E qui, la domanda da millemila euroes: tu, prima di iscriverti a Psicologia, hai svolto un’analisi di mercato? Che stupido interrogativo, non trovi? Perché, devi fare quello che ti piace. Da buoni laureati in psicologia, entrambi sappiamo che la motivazione intrinseca è di gran lunga migliore rispetto ad una motivazione estrinseca. In due parole…

Non devi far ciò che ti dà soldi, ma ciò che ti fa stare bene. Parole non mie, rubate al discorso di un professore dell’università degli studi di Pavia nel 2011. Ovvero, quando io, Amedraghi, mi iscrissi a Scienze e Tecniche Psicologiche. L’inizio di un lungo viaggio. Cinque anni densi di teoria e sapere psicologico, e poi di tirocinio, sfociati poi nella…disoccupazione. Ma

il bello della vita è che puoi sempre scegliere, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Nel prossimo paragrafo, ti dirò una verità scomoda che al 99% non hai mai sentito. Poi, riprenderò a parlarti di me, perché vorrei che tu mi conoscessi più a fondo. Perché forse anche tu, come me, ti sei trovato nella stessa situazione.

Lavorare come psicologo: il fabbisogno delle professioni sanitarie 2020-2021

La psicologia, il 22 dicembre 2017, entra a far parte delle professioni sanitarie (DdL Lorenzin). Un autentico successo, che rappresenterà un punto di svolta epocale nella storia moderna. Cosa cambiò? Sicuramente, si tratta di un passo importante atto a combattere lo stigma dello psicologo, tuttavia…




nell’immediato, e nel pratico, non cambia nulla. Quella psicologica rimane una laurea cosiddetta debole, in grado di fornire meno sbocchi lavorativi rispetto ad altre. Andremo ora, a quantificare questo famosissimo meno.

Girovagando sul web, ci imbattiamo in questo articolo che recita:

Fabbisogni delle professioni sanitarie 2020/2021. In tutto oltre 45 mila posti tra formazione di base e magistrale. Lo schema di accordo per la Stato-Regioni

E poi, subito sotto:

Sono questi i numeri contenuti nel documento che sarà domani all’esame della Conferenza. In particolare, per l’anno accademico 2020/2021, 18.954 le richieste per l’Area infermieristica ed ostetrica…  e 1.261 per i Laureati magistrali farmacista, biologo, chimico, fisico e psicologo

Incuriositi, andiamo ad estrapolare dal testo i numeri che si riferiscono agli psicologi, ovviamente presi in esame per ultimi. Il giornalista di Quotidianosanità recita:

Infine, per i Laureati magistrali farmacista, biologo, chimico, fisico e psicologo i posti richiesti sono 1.261 dei quali 448 per farmacia, 607 per biologia, 118 per chimica, 88 per fisica e 0 PER PSICOLOGIA.

Leggo bene? Magari si sono sbagliati, forse si tratta di una o, non di uno ZERO. Fermamente convinti di questo, andiamo a scaricare il documento allegato. Nessun errore. Farmacia 448 – Psicologia ZERO. Biologia 607 – Psicologia ZERO. Fisica 88 – Psicologia ZERO. Ma, forse è per la situazione. C’è crisi, e la psicologia non fa eccezione. Gli anni scorsi sarà stato diverso, giusto?

Sbagliato. Da ciò che abbiamo trovato, almeno dal 2016, il fabbisogno dei laureati magistrali relativi alle professioni sanitarie in ambito psicologia è sempre stato ZERO. Il documento del 2019 dipinge una realtà ancora più grave:

CONSIDERATO che per le figure professionali di farmacista e psicologo l’applicazione della metodologia qui sopra richiamata che tiene conto in particolare dei professionisti già formati, ma non ancora occupati (i cosiddetti attivabili), ha messo in luce una grave condizione occupazionale destinata a protrarsi anche nei prossimi anni...”

E non ce la sentiamo di andare avanti. Le stesse parole sono state riportate anche dal documento che troverai nel link dell’articolo, qualche riga sopra. Puoi scaricartelo, leggertelo e poi decidere se ridere o piangere. Allora, dov’è il tuo dio adesso?

Il lavoro per gli psicologi non esiste, però esistono psicologi che lavorano

In ogni presentazione che si rispetti, prima vengono elencati i problemi, e poi viene data una soluzione. E, ovviamente, anche nel nostro caso ne esiste una. Sarà anche vero che il lavoro per chi esce dalla magistrale di psicologia non c’è, però…




Esistono tantissimi psicologi che lavorano (o in ogni caso, che tirano avanti). Basta ricollocarsi nel mercato del lavoro, acquisendo le skills che vengono richieste negli annunci di lavoro. Non è semplice, ma è possibile. E qui entro, di nuovo, in gioco io.

Dopo il mio tirocinio, avendo ben compreso che non mi sarebbe bastato un master per sopravvivere nella società odierna, mi sono buttato nel digital. E, lo ammetto, sono stato fortunato. Pariamo di un paio d’anni fa, quando appunto psicologia cognitiva applicata esisteva solo nella mia testa.

Ho vinto una borsa per uno corso full immersion sul digital marketing, della durata di un mese e mezzo. Docenti straordinari, alcuni dei quali miei coetanei, con stipendio e autorealizzazione alle stelle (Maslow docet).

Il giorno dopo la fine del corso, mi chiamarono cinque aziende per colloqui di assunzione. Poi, non andò bene nessuno dei cinque (in alcuni venni scartato, in altri rifiutai). Da quel momento, però, mi resi conto che il digital aveva molto da offrire, e decisi di sperimentare.

Modelli di business vari, affiliate, microinfluencing, funnel, facebook ads, fino ad arrivare all’apertura della mia partita iva. Libero professionista nel settore digitale e della comunicazione. Un bel traguardo, che tuttavia rappresenta un nuovo punto di partenza. Life long learning, una cosa del genere. Cosa sto cercando di dirti? Senza mezzi termini: SVEGLIATI.

Le potenzialità del digital e dove trovarle

Comprendere le dinamiche del web, al giorno d’oggi, non è importante, è l’unica cosa che conta. In poco tempo, piattaforme come Youtube, Instagram e Facebook hanno letteralmente conquistato l’umanità, fino ad arrivare ai più che notevoli numeri odierni (si stima che in america il 74% degli adulti online è attivo su più di una piattaforma social. E in italia? Guardati in giro…). Inizia anche tu a lavorare al tuo progetto online.

Perché il mondo della psicologia nel digital è ancora giovane. Non fidarti di chi ti dice che siamo in tanti, e che non c’è spazio. Approfondiremo questo aspetto in un prossimo articolo. Ora, nell’immediato, posso solo consigliarti di agire. Parti dalle nostre risorse gratuite, e bada bene…

Cliccando qui verrai reindirizzato ad una sezione del sito che raccoglie vari strumenti gratuiti, utilissimi per migliorare online sin da subito. Saranno inoltre presenti tutorial utili a capire come, ma soprattutto perché, utilizzare i vari strumenti. Se seguirai i miei consigli, avrai da subito un miglioramento, gratis. Facile?

Ancora una volta, no. I risultati che ottieni sul web dipendono da due variabili, ovvero:

  • Sapere quello che stai facendo;
  • Quanta voglia e tempo investirai nella riuscita del tuo progetto.

E non si tratta delle solite frasi acchiappa-like. Così è, punto. Se non ottieni risultati significa che o non ce ne metti abbastanza, oppure stai sbagliando qualcosa a livello tecnico. E, per concludere.

Decidi tu se farti spaventare o no dai dati appena mostrati. Gli psicologi che lavorano esistono anche nel 2020, perché hanno acquisito le skills che il mercato richiede. C’è chi ha sfruttato i social media per migliorare la propria comunicazione, altri invece hanno sperimentato le Facebook ADS con successo. Altri ancora…chissà. La psicologia nel digital è giovane, non perdere questa occasione. Inizia ad imparare, e sperimenta.

Amedeo – Team Psicologia Cognitiva Applicata

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