Se ti dicessi che esiste una dieta migliore per il tuo cervello, in grado di curare per le malattie neurodegenerative? Che funziona al 100%? E che si chiama neuronutrizione?
Sarei un bugiardo. Tuttavia alcune ricerche hanno dimostrato che un’alimentazione adeguata può essere un’arma efficace per la prevenzione di patologie varie, in particolare Alzheimer. Lo studio del 2010 di Balenahalli N. Ramesh e colleghi supporta l’ipotesi che una dieta ricca di grassi saturi e alcool, e povera di antiossidanti e vitamine possa promuovere lo sviluppo della malattia, mentre diete ricche di grassi insaturi, vitamine, antiossidanti, polifenoli e alcune spezie possano invece prevenire o in alcuni casi produrre miglioramenti in pazienti affetti dalla prima citata patologia neurodegenerativa. Questo, in popolazioni cliniche. In popolazioni sane, invece?
…si stima che in tempi recenti il 70% dei casi di ictus, l’80% delle malattie cardiovascolari e ben il 90% dei casi di diabete di tipo 2 siano da attribuire solo ed esclusivamente a uno stile di vita malsano…
Lisa Mosconi
Dalla citazione della professoressa Mosconi, neuroscienziata di fama internazionale e tutt’ora in forza al Weill Cornell Medical College di New York, è possibile capire quanto l’alimentazione, e più in generale lo stile di vita, giochino un ruolo fondamentale nella prevenzione di patologie di un certo peso. Secondo la neuroscienziata il cibo che ingeriamo avrebbe un impatto diretto sulle nostre prestazioni psicofisiche, nonché sulla struttura del nostro cervello.
Nel libro della Mosconi vengono presentate le immagini di due cervelli appartenenti a individui sani, con uno stile alimentare opposto. Il primo segue una classica dieta mediterranea, il secondo, invece, è un accanito consumatore di fastfood e bibite gassate. Il risultato? Mr. Fastfood presenta delle caratteristiche morfologiche cerebrali tipiche di un invecchiamento accelerato, e di conseguenza una predisposizione maggiore a patologie neurodegenerative. Di sicuro questa non è la dieta migliore per il cervello.
Davvero funziona in questo modo?
Appare chiaro che dalla comparazione di due singoli cervelli non è possibile dimostrare nulla. Considerando numeri troppo piccoli, è facile cadere in errore. Se lanciassi tre volte la stessa moneta, e uscisse sempre testa, potrei ipotizzare che la moneta sia truccata. Avrebbe senso? No. Dopo cento lanci, allora, potrei esprimere un parere. Inoltre, andrebbero considerate altre mille variabili (Mr. Fastfood potrebbe essere nato con una predisposizione all’invecchiamento precoce. Il fatto che la maggior parte delle malattie non sia dovuto a cause genetiche non significa che la genetica individuale sia ininfluente).
L’esempio portato dalla professoressa, per quanto non possa essere definito scientificamente valido, fa pensare. Sicuramente lo stile di vita ha un impatto significativo sullo sviluppo e la prevenzione di alcune patologie, e non dev’essere trascurato. Da qui il domandone…esistono cibi da preferire ad altri per favorire il funzionamento cerebrale?
Il cervello è composto dall’80% da acqua, e per il restante 20% da grassi, proteine, micronutrienti (vitamine e minerali) e una spruzzatina di carboidrati. Da qui la celebre leggenda che ognuno di noi avrà sicuramente sentito almeno una volta nella vita:
L’essere umano utilizza solo il 20% del suo cervello!!
Ehm, no! Credetemi, il cervello viene sfruttato appieno, al 100%, tranne dai ciclisti che pedalano in strada di fianco ad una pista ciclabile. Loro, in quel momento, ne stanno usando circa il 10% (scherzo ovviamente). Tornando a noi…
Neuro-nutrienti e integratori
Il primo, immancabile neuro-nutriente è…l’acqua. Esatto, nulla di più facile. Una minima disidratazione, anche in bassissima percentuale, può portare ad una significativa diminuzione di lucidità, nonché il peggioramento delle funzioni esecutive (memoria, attenzione, concentrazione, etc…). Altri nutrienti utili possono essere i classici omega-3 e un buon introito di carboidrati (al contrario del corpo, il sistema nervoso è un tessuto glucosio-preferenziale. I carboidrati rappresentano quindi il miglior substrato energetico utilizzabile). Tutto qui?
Esistono alcune sostanze in grado di migliorare le prestazioni cerebrali, tuttavia la loro efficacia è stata – ed è tutt’ora – oggetto di dibattito. Se ci segui da un po’, saprai che si tratta dei famosissimi nootropi, sia naturali (caffè, kava, etc…) che veri e propri farmaci (noopept, modafinil, etc…). Alcuni funzionano davvero, altri invece no. Cosa dice la ricerca scientifica a riguardo? Abbiamo già scritto riguardo a effetti provati dalla scienza di Zenzero e Ashwagandha.
Esiste LA dieta migliore per il cervello?
Bene è ricordare che non esiste LA dieta migliore. Sei Vegan*? Vegetarian*? Cannibale? Non importa. Ogni regime alimentare può portare ai risultati desiderati, che siano la salute o diventare “grossi”, se l’apporto dei macronutrienti e dei micronutrienti è adeguato al nostro stile di vita, e se è sostenibile nel lungo periodo. Esistono però alimenti migliori di altri. Per esempio, il pollo del contadino è migliore del pollo da allevamento che troviamo al supermercato a 4 euro al kg. A parità di peso, la quantità e qualità dei nutrienti varia. ed è quest’ultima a fare la differenza.
Concludiamo dicendo che neuronutrizione non significa nutrire esclusivamente il cervello. Non siamo macchine, e come insegna la gestalt l’insieme rappresenta molto di più della somma delle singole parti. Neuronutrizione è conoscenza, un tassello da inserire in uno stile di vita attivo assieme ad esercizio fisico e vita sociale attiva.
Nel caso volessi approfondire, lasciamo qui i due libri scritti da Lisa Mosconi che consigliamo vivamente.
Nutrire il cervello. Tutti gli alimenti che ti rendono più intelligente
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